NOVITA' 2017/2018
MOZART il sogno di un clown
Regia Ruggero Cara - Elisabeth Boeke
Scene Francesca Sforza
Costumi Alexandra Toesca
Luci Paolo Latini
Personaggi ed interpreti:
un attore- Giuseppe Cederna
un pianista- Sandro D'Onofrio
un genio - Wolfgang Amadè Mozart
Durata: 80 min - Monologo Brillante
Lo SPETTACOLO
«Dopo quasi trent'anni Wolfgang Amadè è tornato a trovarmi. - commenta Giuseppe Cederna - Mi ha chiesto di aiutarlo a ritrovare sé stesso. Di provarci almeno. Di raccontare la mia e la sua storia. Di tornare, per amore suo, a fare il clown come una volta. Ed eccomi qui.»
"E' impossibile comprendere una figura del passato e tantomeno un genio se non si sia mai fatto il tentativo di comprendere sé stessi. Il genio, al contrario dello pseudo genio, non vede sé stesso come centro del dolore del mondo. Egli brucia e non cerca di impedirselo, semplicemente lo ignora, non si vede in relazione con il mondo. Anzi, non si vede assolutamente. Mozart era un mistero anche per se stesso."
Sono queste le poche, sibilline parole che Wolfgang Hildesheimer, forse il più grande biografo di Mozart, rivolge a due giovani artisti venuti a chieder consiglio: un attore in procinto di affrontare "Amadeus", il testo teatrale di Peter Shaffer da cui fu tratto l'omonimo film di Milos Forman, e un pianista alla vigilia di un grande concerto. ..."Mozart è inafferrabile..." Il vecchio Wolfgang li accompagna ai piedi delle montagne e con una tenerezza quasi paterna, li abbandona al bosco in cui si lascia e si lascia ai figli. Unico aiuto il suo libro con le sue tracce misteriose.
Immaginate la sorpresa dei nostri eroi nello scoprire che sarà proprio lui, Mozart in carne ed ossa, a prendere in mano quel libro per cercare di capire se stesso e risolvere quel mistero irrisolvibile che porta il suo nome. Un viaggio impervio ed esilarante tra la vita del genio e il miracolo della sua musica, un viaggio che contiene anche la possibilità del fallimento ma che è in ogni caso un successo intraprendere. "...attenzione ( un ultimo consiglio) alle trappole biografiche...a volte è sana la dimenticanza....!" La dimenticanza non è l'oblio, anzi, è la serenità di ricreare, rivivificare il nostro amore con divertimento.
Ecco quindi l'enfant prodige perennemente in tournée per le strade dissestate d'Europa, ecco il riso di Mozart e il talento per la comicità fecale tramandatagli dalla mamma, ecco il pianista virtuoso, l'impareggiabile buffone, il Figaro e il Don Giovanni, le umiliazioni, i successi, gli amori e i dolori che hanno segnato la fulminante esistenza "di uno spirito indicibilmente grande, regalo immeritato per l'umanità nel quale la natura ha prodotto un eccezionale, forse irripetibile, ad ogni modo mai più ripetuto, capolavoro."
Novità 2015
L'ULTIMA ESTATE DELL'EUROPA
di Giuseppe Cederna e Augusto Golin
Regia di Ruggero Cara
con
Giuseppe Cederna
Musiche originali eseguite dal vivo di
Alberto Capelli, chitarre e percussioni
Mauro Manzoni, flauti e sassofoni
Durata: 80 minuti
"Ma il vecchio non volle saperne e trucidò il figlio e metà del seme d'Europa, uno per uno."
Sarajevo 28 giugno 1914. Sono le dieci del mattino di una splendida domenica di Giugno. Fra quarantacinque minuti due colpi di pistola sconvolgeranno il mondo. In poco più di un mese Austria, Serbia, Russia, Germania, Francia e Inghilterra si dichiarano guerra. Poi sarà la volta del Giappone e degli Stati uniti. E l'Italia? L'Italia comincia a pensarci. Ma in realtà ci sta già pensando da molto tempo.
Un tumulo informe di sacchi e legni anneriti dal fuoco- che diventerà fiume, trincea, montagna, cimitero- è la zattera a cui si aggrappa il protagonista dello spettacolo, un naufrago della Grande Guerra. Un sopravvissuto. Posseduto dall'implacabile progressione della memoria e incalzato dai temi musicali dei luoghi e dei personaggi, Giuseppe Cederna dà voce e corpo a quell'umanità di vittime e di carnefici che trasformarono l'Europa in un immenso mattatoio. Dai Futuristi ai Generali, dai fanti mandati a morire sul Carso e sull'Isonzo ai loro compagni di naufragio, quegli spettri usciti dalle trincee austriache, fino agli scrittori e ai poeti le cui parole, ancora oggi, ci illuminano e ci commuovono: Owen, Stuparich, Gadda, Ungaretti, Trilussa, Rumiz. Dall'esaltazione alla consapevolezza. Dalle "radiose giornate di Maggio" alla notte di Caporetto.
«La guerra è molto più vicina di quello che pensiamo - commenta Giuseppe Cederna - la guerra dorme dentro di noi. Per questo, raccontarne gli orrori ma anche il desiderio e la capacità di riscatto, è doloroso e necessario. Con la pietà della memoria e la miracolosa potenza delle storie, l'uomo riesce a ribellarsi all'umiliazione del corpo e dell'anima. Anche nell'orrore, talvolta, riusciamo a trovare la nostra umanità e dignità più profonde.»
BIOGRAFIA
GIUSEPPE CEDERNA debutta nel 1977 a Piazza Navona come clown di strada. Nel ’78 fonda con Memo Dini la compagnia Anfeclown dove si metterà in luce per una comicità surreale e principalmente fisica. Conclusa la vena autarchica, in teatro lo ricordiamo nel “Sogno di una notte d’estate” del Teatro dell’Elfo, regia di Gabriele Salvatores; in “Amadeus” di P. Shaffer a fianco di Umberto Orsini regia di Mario Missiroli; ne “Il giardino dei ciliegi” di A. Cechov regia di Gabriele Lavia; in “Puntila e il suo servo Matti” di B. Brecht regia di Pino Micol; ne “La Febbre” di W. Shawn regia di Giorgio Gallione; ne “Il grande viaggio” di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini. Al suo impegno teatrale alterna, dagli esordi, un’interessante attività cinematografica. Premio oscar con il film “Mediterraneo” di G. Salvatores nel 1991 nel cinema ha lavorato, tra gli altri, con Scola, Bellocchio, Comencini, Monicelli, i fratelli Taviani, Soldini, Brizzi e Rob Marshall. Ha pubblicato con Feltrinelli “Il Grande Viaggio”, un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange; “Piano Americano”, lezioni di sopravvivenza nella giungla dorata di un set Hollywoodiano e, con il fotografo Carlo Cerchioli, “Ticino, le voci del Fiume - Excelsior 1881”.
IL VIAGGIATORE INCANTATO
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Dalle sorgenti del Gange alle montagne della Valtellina. Il fuoco dei bivacchi sotto le stelle e le poesie. Le parole giuste che illuminano la strada e riscaldano il cuore. La poesia è leggera, occupa poco spazio, si può piegare, infilare in tasca e recitare sulla strada camminando. La lingua della poesia è universale. La poesia unisce i viaggiatori, alleggerisce il cammino e riscalda il vento freddo dell'alba. Tom Waits, Bob Dylan, Constantino Kavafis, Wislawa Szimborska, Raymond Carver, Pier Paolo Pasolini, Rainer Maria Rilke, Nazim Hikmet, Ezra Pound, Pablo Neruda, Tiziano Terzani... lo stupore, la tenerezza, il dolore e la gioia di stare nel mondo.
E' solo un caso o c'è un Dio che si diverte a darci lezioni di danza in giro per il mondo?
Anche un viaggio nasce, cresce, invecchia e poi muore. Ma appena nato è già grande. Capace di usare la testa, di farci e disfarci a suo piacimento.