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ANDREA MUZZI

Genere: Performing Arts - Teatro, Poesia & Cabaret
Visit & listen: http://www.andreamuzzi.it/

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Nato a Grosseto, l'8 novembre 1967, Andrea Muzzi è un attore e regista italiano, un comico satirico toscano e cabarettista. Conduttore del Laboratorio Zelig di Firenze e fondatore della Scuola Nazionale di Comicità Massimo Troisi di Firenze; interprete in molti film inclusi film di Pieraccioni e di Benvenuti.
Da sempre attivo nel mondo della commedia, è ricordato per rappresentazioni teatrali, spot pubblicitari, trasmissioni televisive. Definito da alcuni critici come il nuovo Benigni, Muzzi ha nel suo Dna artistico più la dolcezza della comicità del rimpianto Massimo Troisi. Un misto di candore e ribellione. La sua comicità surreale e mai volgare, mira a centrare quelle emozioni che animano la vita delle persone, la paternità, l'amore, la sconfitta.
La sua comicità graffiante e mai scontata caratterizza anche i suoi spettacoli teatrali. Dopo una lunga collaborazione sul palco con Alessandro Benvenuti, inizia a calcare le scene come monologhista, rileggendo in chiave personale temi come il fascino degli eterni perdenti, l'avventura di una nascita e la forza rivoluzionaria e anarchica dell'amore.


ALL'ALBA PERDERO'

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio (S. Beckett)

Mi chiedono se mi dispiace di aver battuto il mio avversario in quel modo. Rispondo: Non priverei mai nessuno dell'esperienza istruttiva di perdere. (A. Agassi)

Nella mia carriera ho sbagliato piu' di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Trentasei volte i miei compagni mi hanno offerto il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto (M. Jordan)

Il successo è l'abilità di passare da un fallimento a un altro senza perdere l'entusiasmo (W. Churchill)


Cosa ha spinto il pugile Eric Crumble a salire sul ring 31 volte e a subire 31 ko di fila? E perchè il samoano Trevor Misapeka, 130 kg di pesantezza, ha accettato di correre contro la sua volontà (e la sua stazza) i 100 m alle Olimpiadi del 2001? Perchè il giovane bassista Stuart Sutcliffe ha abbandonato dopo soli due anni un complessino di Liverpool che riteneva senza futuro (dallo strano nome "Gli scarafaggi")? E perchè Giancarlo Alessandrelli, portiere di riserva della Juventus negli anni 70', dopo 10 anni di "onorata" panchina, scende finalmente in campo e in soli 20 minuti riesce a prendere 3 gol? Raccontando una comicissima serie di "perdenti illustri" che, loro malgrado, hanno fatto la storia dello sport, dello spettacolo e dell'arte, lo spettacolo affronta con ironia e leggerezza l'ultimo tabu' della nostra società: il fallimento. Considerato come un semplice fatto negativo, il "perdere" è in realtà la chiave per affrontare le sfide e preparare le vittorie del proprio futuro. E' per questo che in scena, mentre un giovane calciatore sta per compiere una azione decisiva in campo, il tempo si ferma e una voce nella testa del ragazzo, interpretata da Andrea Muzzi, gli ricorda di "Non aver paura di sbagliare un calcio di rigore". Portando l'esempio paradossale dei tanti che sono entrati nel "Guinness dei falliti", lo spettacolo è un esilarante inno alla vita, a coloro che non hanno smesso mai di "provarci", a quelli che non si sono mai arresi. Perchè il segreto della vittoria è in primis accettare la propria paura di perdere e saperla gestire. Quindi, forse, molto meglio avere in camera il poster del coraggioso portiere Alessandrelli (uno che ha atteso dieci anni in panchina prima di perdere platealmente l'unica partita in cui ha giocato), piuttosto che quello di qualche viziata star, narcotizzata dagli sponsor e dai miliardi, che scende in campo svogliata e senza passione.

 

 

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